Route invernale branca R-S

Se siete curiosi di conoscere un’altra avventura della nostra branca R-S e sulle scelte profonde che ci hanno motivato siete capitati tra parole, foto e video…nel posto giusto!

Esistere significa “poter scegliere”; anzi, essere possibilità. Ciò costituisce la ricchezza, la sua libertà di scelta rappresenta la sua grandezza. Infatti egli si trova sempre di fronte all’alternativa di una “possibilità che sí” e di una “possibilità che no”. La giusta scelta del momento è in tutte le cose il fattore più importante, il coraggio è intrinseco in questo, noi infatti abbiamo fatto una grande scelta di vita: “il coraggio di farsi ultimi” E non sono soltanto parole al vento, perchè questa frase è costituita da tutta l’essenza del nostro Essere…essere scout, uomini, etc… Nell’amore astratto per l’umanità quasi sempre si finisce per amare solo sé stessi, ci si richiude nel proprio guscio, l’orgoglio di se stessi, l’avidità, l’ottenere tutto per se non mettendo in considerazione che se fossimo soli non avremmo nessun valore, invece essendo in tanti, perchè lasciamo da parte la fratellanza che ci accomuna? A questo proposito crediamo, sia la cosa migliore conoscere, ciò che per molti, forse, viene considerata solo una parola di troppo: la povertà. Ma chi di noi sa esattamente cosa sia? Ci viene spesso fatto vedere dai media, il poverello africano di turno, (nulla in contrario), ma abbiamo una capacità critica? Sappiamo riscontrarla nel nostro territorio? Nel vicino di casa, o addirittura nella propra famiglia, se non in noi stessi! Tutto parte dalla mentalità della società, quella stupida irreparabile…sembra, solo nella fratellanza si può estirpare ogni male! La povertà non tutti immaginano cosa sia realmente: non basta pensare al poverello africano…ma c’è molto di più. Definirei due tipi di povertà, una materiale, ma fine a se stessa…quella più importante è la povertà spirituale, la mancanza di affetti, di attenzioni…generano vuoti da colmare…vuoti che spesso cadono in circoli viziosi dipendenti da cui è difficile uscire! In questi giorni abbiamo avuto il modo di poter farci un’idea critica, visionare un male quasi nascosto nel nostro territorio se non ben cercato. Incontri con donne nigeriane, venute dall’Africa sin da noi, con la speranza di una vita dignitosa, migliore, le motivazioni: una cattiva amministrazione politica…di certo il nostro Paese non è rose e fiori, ma per loro un punto di attracco e speranza. L ‘incontro con un ex tossico, ci fa capire che tutti possono “rinascere a vita nuova” in qualsiasi momento della propria vita, e che non bisogna perdere un minuto in più nel rimandare a domani. L’incontro di chi vive il territorio più in profondità, un giornalista, all’educazione sociale, alla legalità certamente la strada più difficile da compiere..perchè..si ognuno di noi ha di fronte a se due scelte (giusta o sbagliata), ma l’importante è saper individuare le conseguenze di ognuna di esse. Il servizio alla “mensa del povero” insegna davvero tanto, tutto parte dal cuore dell’uomo, in fratellanza si può tutto, perchè l’uomo è il rimedio dell’uomo, non siamo soli, siamo tanti, ciò ha un significato, gente che nemmeno ti aspetti di incontrare e non sono li per caso, donne, bambini, ragazzi..adulti e anziani! Ci vuole coraggio, certamente, coraggio di farsi ultimi, ma senza applausi, via la presunzione, via l’orgoglio e il pregiudizio della gente!

POVERTÀ SPIRITUALE quindi è anche detta UMILTÀ. “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” – Mt 5,3 “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” – Lc 6,20

La povertà spirituale non va mai confusa con la povertà materiale, la quale di per sé non è implicata nella povertà spirituale, non si tratta di assenza di beni. La povertà materiale si situa nell’orizzonte dell’AVERE, la povertà spirituale in quello dell’ESSERE. Una persona quindi può essere ricca materialmente ed essere contemporaneamentepovera in spirito. E’ vero, comunque che la povertà materiale spesso è un aiuto alla realizzazione della povertà spirituale, così come la ricchezza materiale spesso è un ostacolo al conseguimento della povertà spirituale. Riconoscendoci delle creature, non essendo DIO:“In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”. Quando incontriamo un povero o un mendicante ci viene piuttosto in mente una frase del tipo: «ma guarda, è tutta colpa dello Stato , del Comune, della Chiesa… se questo poveraccio sta qui per strada al freddo senza cibo! Tutta colpa dei politici, degli assessori, dei preti…»

Ecco: colpa degli altri (istituzioni senz’anima), mai colpa mia…! E mai che venga colta la grande occasione di “guadagno” per la nostra anima che ci si presenta innanzi… Eppure Gesù stesso disse «Procuratevi amici potenti con la disonesta ricchezza…». Sembra una frase rivolta a qualche politicante corrotto, ma in realtà il Egli ci stava dicendo che con le nostre ingiuste ricchezze che possediamo in più rispetto a quello che ci serve per la nostra sussistenza, dovremmo aiutare i poveri, che sono “amici potenti” perché la loro preghiera di ringraziamento sarà ben accetta a Dio e perché alcuni di loro ci precederanno in Paradiso.”

Questo è il nostro proposito…bene si! E’ venuto il momento di agire nel nostro territorio!

Alla prossima, la branca R-S

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