Tutti gli articoli di Dario Di Gesù

Route invernale branca R-S

Se siete curiosi di conoscere un’altra avventura della nostra branca R-S e sulle scelte profonde che ci hanno motivato siete capitati tra parole, foto e video…nel posto giusto!

Esistere significa “poter scegliere”; anzi, essere possibilità. Ciò costituisce la ricchezza, la sua libertà di scelta rappresenta la sua grandezza. Infatti egli si trova sempre di fronte all’alternativa di una “possibilità che sí” e di una “possibilità che no”. La giusta scelta del momento è in tutte le cose il fattore più importante, il coraggio è intrinseco in questo, noi infatti abbiamo fatto una grande scelta di vita: “il coraggio di farsi ultimi” E non sono soltanto parole al vento, perchè questa frase è costituita da tutta l’essenza del nostro Essere…essere scout, uomini, etc… Nell’amore astratto per l’umanità quasi sempre si finisce per amare solo sé stessi, ci si richiude nel proprio guscio, l’orgoglio di se stessi, l’avidità, l’ottenere tutto per se non mettendo in considerazione che se fossimo soli non avremmo nessun valore, invece essendo in tanti, perchè lasciamo da parte la fratellanza che ci accomuna? A questo proposito crediamo, sia la cosa migliore conoscere, ciò che per molti, forse, viene considerata solo una parola di troppo: la povertà. Ma chi di noi sa esattamente cosa sia? Ci viene spesso fatto vedere dai media, il poverello africano di turno, (nulla in contrario), ma abbiamo una capacità critica? Sappiamo riscontrarla nel nostro territorio? Nel vicino di casa, o addirittura nella propra famiglia, se non in noi stessi! Tutto parte dalla mentalità della società, quella stupida irreparabile…sembra, solo nella fratellanza si può estirpare ogni male! La povertà non tutti immaginano cosa sia realmente: non basta pensare al poverello africano…ma c’è molto di più. Definirei due tipi di povertà, una materiale, ma fine a se stessa…quella più importante è la povertà spirituale, la mancanza di affetti, di attenzioni…generano vuoti da colmare…vuoti che spesso cadono in circoli viziosi dipendenti da cui è difficile uscire! In questi giorni abbiamo avuto il modo di poter farci un’idea critica, visionare un male quasi nascosto nel nostro territorio se non ben cercato. Incontri con donne nigeriane, venute dall’Africa sin da noi, con la speranza di una vita dignitosa, migliore, le motivazioni: una cattiva amministrazione politica…di certo il nostro Paese non è rose e fiori, ma per loro un punto di attracco e speranza. L ‘incontro con un ex tossico, ci fa capire che tutti possono “rinascere a vita nuova” in qualsiasi momento della propria vita, e che non bisogna perdere un minuto in più nel rimandare a domani. L’incontro di chi vive il territorio più in profondità, un giornalista, all’educazione sociale, alla legalità certamente la strada più difficile da compiere..perchè..si ognuno di noi ha di fronte a se due scelte (giusta o sbagliata), ma l’importante è saper individuare le conseguenze di ognuna di esse. Il servizio alla “mensa del povero” insegna davvero tanto, tutto parte dal cuore dell’uomo, in fratellanza si può tutto, perchè l’uomo è il rimedio dell’uomo, non siamo soli, siamo tanti, ciò ha un significato, gente che nemmeno ti aspetti di incontrare e non sono li per caso, donne, bambini, ragazzi..adulti e anziani! Ci vuole coraggio, certamente, coraggio di farsi ultimi, ma senza applausi, via la presunzione, via l’orgoglio e il pregiudizio della gente!

POVERTÀ SPIRITUALE quindi è anche detta UMILTÀ. “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” – Mt 5,3 “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” – Lc 6,20

La povertà spirituale non va mai confusa con la povertà materiale, la quale di per sé non è implicata nella povertà spirituale, non si tratta di assenza di beni. La povertà materiale si situa nell’orizzonte dell’AVERE, la povertà spirituale in quello dell’ESSERE. Una persona quindi può essere ricca materialmente ed essere contemporaneamentepovera in spirito. E’ vero, comunque che la povertà materiale spesso è un aiuto alla realizzazione della povertà spirituale, così come la ricchezza materiale spesso è un ostacolo al conseguimento della povertà spirituale. Riconoscendoci delle creature, non essendo DIO:“In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”. Quando incontriamo un povero o un mendicante ci viene piuttosto in mente una frase del tipo: «ma guarda, è tutta colpa dello Stato , del Comune, della Chiesa… se questo poveraccio sta qui per strada al freddo senza cibo! Tutta colpa dei politici, degli assessori, dei preti…»

Ecco: colpa degli altri (istituzioni senz’anima), mai colpa mia…! E mai che venga colta la grande occasione di “guadagno” per la nostra anima che ci si presenta innanzi… Eppure Gesù stesso disse «Procuratevi amici potenti con la disonesta ricchezza…». Sembra una frase rivolta a qualche politicante corrotto, ma in realtà il Egli ci stava dicendo che con le nostre ingiuste ricchezze che possediamo in più rispetto a quello che ci serve per la nostra sussistenza, dovremmo aiutare i poveri, che sono “amici potenti” perché la loro preghiera di ringraziamento sarà ben accetta a Dio e perché alcuni di loro ci precederanno in Paradiso.”

Questo è il nostro proposito…bene si! E’ venuto il momento di agire nel nostro territorio!

Alla prossima, la branca R-S

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La vera gioia del NATALE…Auguri!

Il termine italiano “Natale” deriva dal latino cristiano Natāle(m), per ellissi di diem natālem Chiristi (“giorno di nascita di Cristo”) a sua volta da latino natālis derivato da nātus (“nato”), quindi dal participio passato nāsci (“nascere”)
Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù (“Natività“), e per nessun altro motivo.
Siamo coerenti e maturi, e poniamoci una Domanda: “Chi è Gesù Cristo?”
Gesù-bambino-natale
Pochissime persone hanno messo in dubbio che Gesù Cristo sia esistito. Viene accettato che Gesù fu un uomo che camminò su questa terra in Israele quasi 2000 anni fa. Il dibattito comincia quando si discute sulla piena identità di Gesù. Quasi ogni religione principale insegna che Gesù fu un profeta o un grande maestro o un sant’uomo. Il problema è che la Bibbia ci dice che Gesù fu infinitamente più di un profeta, di un grande maestro o di un sant’uomo.

“Sto cercando di impedire che qualcuno dica del Cristo quella sciocchezza che spesso si sente ripetere: ‘Sono pronto ad accettare Gesù come un grande maestro di morale, ma non accetto la sua pretesa di essere Dio’. Questa è proprio l’unica cosa che non dobbiamo dire. Un uomo che fosse soltanto uomo e dicesse il genere di cose dette da Gesù non sarebbe un grande maestro di morale. Sarebbe stato un folle — come un uomo che affermasse di essere un uovo alla coque — o sarebbe il diavolo in persona. Dovete scegliere. O quest’uomo era, ed è, il Figlio di Dio, oppure è un pazzo o qualcosa di peggio… ma non caviamocela con qualche condiscendente assurdità del tipo che era un grande maestro dell’umanità. Non ci ha lasciato questa alternativa, non intendeva farlo”.

Perciò, Gesù chi affermò di essere? Primo, consideriamo le parole: “Io e il Padre siamo uno”. I Giudei compresero che, con quell’affermazione, Gesù sosteneva di essere Dio.
Gesù proclamò: “In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono”. Il fatto che Gesù annunci la Sua identità come “Io sono” è una diretta applicazione del nome veterotestamentario di Dio (Esodo 3:14). Perché I Giudei dovrebbero di nuovo voler lapidare Gesù se Egli non avesse detto qualcosa che essi credevano blasfemo, ossia affermare di essere Dio?

Giovanni 1:1 dice che “la Parola era Dio”. Giovanni 1:14 dice che “la Parola è diventata carne”. Questo indica chiaramente che Gesù è Dio manifestato in carne. Le profezie dell’Antico Testamento su Cristo ne annunciano la divinità: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” (Isaia 9:6).

Credere che Gesù sia un grande maestro non è un’opzione. Gesù ha affermato in modo chiaro e inequivocabile di essere Dio. Se non fosse Dio, allora sarebbe un bugiardo, e quindi non un profeta, un grande maestro o un sant’uomo.

Perché la domanda sulla vera identità di Gesù è così importante? Che importanza ha che Gesù fosse o meno Dio? Il motivo più importante per cui Gesù doveva essere Dio è che, se non lo fosse stato, la Sua morte non sarebbe stata sufficiente a scontare il castigo per i peccati del mondo intero (1 Giovanni 2:2). Solo Dio avrebbe potuto scontare un castigo talmente infinito (Romani 5:8; 2 Corinzi 5:21). Gesù doveva essere Dio per poter scontare il nostro debito. Gesù doveva essere uomo per poter morire. La salvezza è a disposizione solo mediante la fede in Gesù Cristo! La divinità di Gesù è il motivo per cui Egli è l’unica via di salvezza. La divinità di Gesù è il motivo per cui Egli ha dichiarato: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).

E’ con queste parole che dobbiamo trascorrere il Natale, un ricordo del bambino Gesù, perché è già nato, piuttosto facciamolo rinascere ogni volta dentro di noi, riscopriamo la nostra identità, il nostro essere, non siamo delle macchine, ne animali, se viviamo è perchè abbiamo una meta eterna da raggiungere.
Eì finito il periodo dei regali, del consumismo, ecc…perchè così rischiamo di festeggiare qualcosa sensa l’invitato principale.

E’ vero sono tutte cose belle che se vengono dal cuore, portano tanta gioia alle famiglie, alle amicizie, ecc…ma siamo disposti a cambiare il nostro Essere, e seguire davvero gli insegnamenti che Gesù Cristo ci ha lasciati tanto tempo fà? Crediate sia un complotto della Chiesa questa persona, ora provate in questo periodo a mettere in pratica soltanto una delle affermazioni di Cristo e vi accorgerete che se fosse stato un complotto o un semplice libro da sfogliare come diceva qualcuno l’autore dovrebbe essere più grande del libro stesso!

Che la gioia del vero significato del Natale possa essere riscoperto in tutti voi, che lo scopo della vostra vita sia il raggiungimento della meta eterna vitale, tutti assieme in fratellanza potremmo cambiare il mondo.
Diamo importanza ancora una volta quindi alla parola aguri!          A U G U R I 😀

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Route 23-24 Novembre Santuario Sant’Anna c/da Difali

Possiamo dire che questa è la prima route del nuovo clan denominato “vento del sud”, un gruppo formato da nuove e vecchie conoscenze, ma che non ha esitato a stringersi nel legame affettivo già dai primi giorni.

Ogni mese, infatti, come di consuetudine nello scoutismo, nelle branche R/S ci si prepara a queste avventure, i giorni antecedenti vengono sfruttati per dividerne i compiti nei ruoli più appropriati, quali: topografia, animazione, catechesi, ecc…

Il percorso di quest’anno oltre tutto ci vede impegnati nel seguire un cammino, che ha come obbiettivo, raggiungere una meta, la Route Nazionale dal 1 al 10 Agosto a Pisa (Toscana), è per questo motivo che noi ragazzi e ragazze con costanza ed impegno ci stiamo preparando al meglio per arrivare lì.

Ma bando alle ciance, perché per parlarvi di questo c’è tempo, ritorniamo a quello che dicevamo prima.

Ogni route, infatti ha uno scopo, non soltanto il portarsi una “croce” come simbolo di fatica nel raggiungere una meta, l’esperienza e la forza che ogni scout deve mettere, ma sicuramente non sono da meno le parti logistiche e spirituali.

La strada infatti che abbiamo percorso ci ha visti impegnati in un tragitto che partiva dalla nostra sede di San Giuseppe sino a destinazione del Santuario di Sant’Anna, non prima però di aver percorso sentieri “tortuosi” in tutti i sensi, sotto la pioggia, il forte vento e il freddo, ove scorriacqua non sono riusciti a contrastarli (Si veda la foto in allegato).

Ed ecco che mi piace concludere con un pensiero che qui sotto sintetizza questa grande esperienza:

“Spesso, vivendo, commettiamo un altro errore: camminiamo troppo in fretta, senza gustare né vedere le piccole grandi cose dell’esistenza.
La strada che abbiamo percorso sarà stata anche “tortuosa” ma solo a grandi distanze..accresce la speranza di ogni piccola luce, ritrovandosi come comunità in un luogo caldo e accogliente, riscoprendo nella preghiera il contatto con il Creatore.

Abbiamo intuito il bisogno di cercare dentro noi stessi sopratutto, il significato della propria esistenza, perché la nostra storia è iniziata dal momento che, dalla mente di Dio essa è divenuta realtà, la Strada di ognuno deve dirigersi verso un obbiettivo di Felicità assoluta, perché se veniamo dal nulla e andiamo verso il nulla, non abbiamo niente da sperare, se invece veniamo dall’amore infinito e andiamo verso l’amore infinito (fonte della vita) abbiamo tutto da guadagnare!

Sosta durante il percorso sotto la pioggia il vento e il freddo, ancora a metà strada in martogna. (Erice)

Bisogna avere molta esperienza della vita, molta logica, molta bontà per saper godere delle qualità dell’altro senza infastidirsi a causa dei suoi difetti.”

Alla prossima.

Dario

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